Ieri, 4 aprile, ho tenuto una lezione su “Storia del Web” nell’ambito del Master in Media Entertainment dell’Università degli Studi Link Campus University di Roma.
Ho preparato la lezione, tra le tante cose, rileggendo il libro Com’è nato il Web di James Gillies, Robert Cailliau e sfogliando un altro libro, The Seven Keys to Effective Web Sites. L’URL del libro non è più disponibile, ma ho recuperato altri URL e informazioni presso Archive.org.
Ho rivisto anche lo splendido Lo and Behold, di Werner Herzog, in Italia disponible anche su Netflix.
Ho di nuovo ripercorso, insieme ai discenti, dei momenti che hanno contribuito a modificare in modo netto la nostra economia, il modo di avere rapporti personali, e anche, se si può dire, la gestione della nostra vita.
Man mano che ne parlavo, mi commuovevo; si, mi commuovevo, ripensando, ad esempio, a visionari come Ted Nelson, che nel 1963 coniò il termine Hypertext e che nel film di Herzog viene definito dal regista, dopo che Nelson gli aveva detto che tutti lo definivano pazzo “To us, you appear to be the only one around who is clinically sane!”
Mi commuovevo mostrando la più vecchia pagina Web ancora esistente.
E mi commuovevo pensando a tutti gli sforzi che dovette fare Tim Berners-Lee per vedersi approvare dal CERN il suo progetto di Web.
E mi sono commosso anche ripercorrendo tutti gli sforzi di pionieri della Rete Internet e del Web in Italia, come ad esempio Stefano Trumpy, Laura Abba e Oreste Signore: ho regalato alla classe un paio di copie del Quaderno Happy Birthday Internet Society pubblicato dall’ISOC Italia nel 2012.
Il nostro presente e futuro deve guardare ad un uso consapevole della Rete, un suo uso intelligente, basato sul buon senso.
Un vero Paese democratico si vede anche dalla possibilità di dare ai ragazzi, agli anziani, ai professionisti, a tutti i cittadini, anche conoscenza sulla Rete e sul Web.
Non sono necessari i guru; sono necessari impegni seri, budget, professionisti e buona volontà.
Solo in questo modo si potranno formare i futuri cittadini che potranno diventare manager; si potranno avvicinare gli anziani alla Rete; le Aziende potranno svelare gli inganni e le truffe dei tanti guru che infondono scienza pura senza aver letto e studiato un libro di marketing o sul Web e che realizzano siti Web fotocopia, senza riguardo agli standard, all’usabilità e all’accessibilità.
Ieri uno studente ha scoperto che poteva, con Archive.org recuperare il contenuto di un suo sito Web che credeva perduto nel tempo, come lacrime nella pioggia (cit. Blade Runner).
E’ compito di tutti noi, di quelli più esposti e in prima linea nel settore, fare di tutto perché cresca la qualità e la quantità della conoscenza sulla Rete Internet, sul Web e sul loro uso più consapevole.